Edizione Internazionale 2005
PROVINCIA DI TRENTO
“Politiche, incentivi e applicazioni di certificazione energetica”
Per le politiche,strumenti per il calcolo dell’efficienza energetica ed incentivi che hanno generato una discreta quantità di esempi di edilizia solarizzata a basso consumo energetico e a basso impatto ambientale, diffusa, integrata e condivisa dai cittadini.
La provincia di Trento è situata nel
nord-est dell’Italia, ha un’estensione di circa 6.200 Km quadrati, per
il 70% sopra i 1.000 metri sul livello del mare,la cui superfice è
ricoperta per più del 50% da boschi.
La popolazione ammonta a circa 480.000
abitanti, suddivisi in 223 Comuni molti dei quali di piccola e piccolissima
dimensione.
Politicamente, la Provincia di Trento gode di
una particolare forma di autonomia legislativa, amministrativa e
finanziaria, ottenuta attraverso successive evoluzioni dello Statuto di
Autonomia, a partire dal 1948 ad oggi.
Il grande patrimonio del territorio è
costituito dal patrimonio ambientale, sapientemente preservato e
valorizzato, che alimenta un flusso turistico di rilevante dimensione. Da un
punto di vista energetico, la provincia è caratterizzata dall’abbondante
produzione di energia idroelettrica, circa 4 TWh/anno, di cui una buona
parte viene esportata fuori provincia.
A partire da questo patrimonio idroelettrico
e dalle particolari competenze riconosciute nel settore, la Provincia
Autonoma di Trento, in seguito più brevemente PAT, ha costruito fin dal 1980
una politica complessiva dell’energia, mirata in particolare al settore
delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico.In circa 25 anni, utilizzando lo
strumento della Legge Provinciale 29/05/80, sono stati realizzati un numero
ragguardevole di iniziative rispetto alla dimensione provinciale, circa
30.000 progetti e interventi, 1 ogni 16 abitanti e 1 ogni 6 famiglie,
contribuendo alla diffusione di una forte consapevolezza nei confronti
dell’energia; ciò ha fatto sì che si sviluppasse un settore
economico-produttivo di un certo interesse e che progettisti, installatori e
aziende maturassero un know-how fra i più avanzati.
E’ però dal 1998 in avanti, con
le successive edizioni del piano energetico-ambientale provinciale, che
assumono come obiettivo principale il contributo alla riduzione dei gas
serra, che l’attività viene particolarmente intensificata e gli interventi
diventano numerosissimi (vedi grafico successivo).In particolare, con il Piano del
2003, vengono fissati precisi obiettivi in termini di riduzione delle
emissioni di CO2, 300.000 t. al 2012, e viene stabilito di realizzare tali
obiettivi pressocchè esclusivamente con azioni di efficienza energetica e di
sfruttamento delle fonti rinnovabili.
Con il nuovo Piano energetico
del 2003, vengono valorizzate maggiormente le fonti rinnovabili di energia
disponibili sul territorio provinciale, in particolare la biomassa, sotto
forma di residui della prima lavorazione del legno e di recuperi degli
scarti del bosco, e l’energia solare.Per quanto riguarda la biomassa,
si è puntato, dove le condizioni di consumi e di utenze erano più
favorevoli, alla realizzazione di impianti di teleriscaldamento urbano che
consentiranno di utilizzare circa 250.000 mc. steri all’anno, equivalenti a
circa 15.000 TEP, di cippato; tra i progetti già realizzati e in esercizio,
fra gli altri, occorre segnalare quelli di Cavalese, Predazzo, S. Martino di
Castrozza e Fondo.
Dove invece le condizioni di utenza non sono favorevoli,
in particolari zone marginali e/o scarsamente abitate, si è incentivata la
realizzazione di impianti individuali che si innestano nella forte cultura
di utilizzazione della legna e sulla consuetudine delle assegnazioni
gratuite di lagna ai censiti; in questo particolare settore, negli ultimi 5
anni, sono stati finanziati circa 500 iniziative.
Per quanto riguarda l’energia
solare, la perseveranza dell’azione provinciale ha permesso di ottenere
degli ottimi risultati non solo in termini di impianti realizzati ma anche
dal punto di vista dei settori economici, tra cui anche aziende che
costruiscono gli impianti solari termici, che sono nati e si sono sviluppati
anche in forme originali di offerta dei prodotti.
Questa esperienza consente
di commentare criticamente le vicissitudini del solare termico nel nostro
Paese, compromesso da un’azione troppo episodica e frammentaria. Nel grafico
seguente, si mostra l’andamento degli impianti solari realizzati in
provincia.
Il totale della superfice installata sull’intero territorio
provinciale è stimabile in circa 45.000 mq.. non alto come valore assoluto
ma estremamente significativo se rapportato al numero di abitanti. Il
confronto con gli altri paesi europei e con l’Italia (a causa della
disponibilità di dati, i raffronti non sono perfettamente omogenei ma è
ugualmente importante il dato qualitativo) mostra come il Trentino sia
perfettamente allineato con i Paesi più avanzati mentre, per contro, la
situazione attuale ma anche gli obiettivi al 2012 del nostro Paese siano
alquanto sconfortanti.Anche la tecnologia del
fotovoltaico ha trovato in Provincia un ottimo terreno per realizzare un
buon numero di iniziative, a partire dal Programma “10.000 tetti
fotovoltaici” indetto dal Ministero dell’Ambiente, implementato ben oltre le
disponibilità statali con le risorse della PAT.Il numero di realizzazioni ha
raggiunto entita’ molto soddisfacenti, circa 1500 kW finanziati dal 2000 al
2004 tra impianti in isola e in rete, soprattutto se rapportate al numero di
abitanti presenti sul territorio provinciale.
Un capitolo particolare dell’esperienza
trentina è rappresentato dalle azioni che fin dal 1980 si sono realizzate
nel campo dell’efficienza energetica in edilizia e delle attività ad esse
connesse in termini di acquisizioni culturali, formazione tecnica,
concretizzazione di esperienze avanzate.
Dal punto di vista culturale, va sicuramente
sottolineata la pluriennale collaborazione con il prof. Los e l’arch.
Pulitzer che ha portato alla pubblicazione della prima “Guida alla
progettazione bioclimatica nel Trentino”, di cui attualmente si sta curando
una completa riedizione, seguita dal volume “I caratteri ambientali
dell’architettura – Guida alla progettazione sostenibile in Trentino”.
Contestualmente, sono stati progettati e realizzati alcuni interventi
dimostrativi di edilizia abitativa e sportiva.Attengono a questo filone culturale anche le
attività legate all’implementazione dei criteri energetici nei piani
urbanistici, primo fra tutti il PRG di Cavalese, al quale più recentemente
si ricollegano le azioni per l’incentivazione della bioedilizia realizzate
nei Comuni di Rovereto, Trento e, a seguire, in alcuni altri.Alla fine degli anni ’90, mettendo a frutto
le esperienze realizzate e gli avanzamenti acquisibili nel panorama
internazionale, è stato varato il concetto di “Edificio a basso consumo e a
basso impatto ambientale” che ha costituito in seguito un modello per tutta
una serie di ulteriori esperienze in campo nazionale.
L’edificio a basso consumo ed a
basso impatto ambientalerappresenta il primo tentativo in Italia di
stabilire limiti più severi per i consumi energetici degli edifici,
introducendo altresì i primi elementi per una riduzione dell’impatto
ambientale complessivo quali, ad esempio, il riciclaggio dell’acqua piovana,
l’uso di materiali rinnovabili, ecc..
Allegati al progetto: